Donna, abbi cura di te. Sempre.

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Non è necessario che la cura degli altri preceda la cura di sè; la cura di sè viene eticamente prima, nella misura in cui il rapporto con se stessi è ontologicamente primo” (Michael Foucault).

Sarà scritto nel DNA, sarà stata l’educazione che abbiamo ricevuto da piccole, sarà colpa di qualche malocchio… ma fatto sta che noi donne ci dimentichiamo di noi. Accade in amore. Che si tratti di un genitore malato, di un compagno o di un figlio (soprattutto quando è molto piccolo) il gentil sesso mette da parte se stessa per dedicarsi anima e corpo all’altro. Insomma, noi donne ad un certo punto della nostra vita diventiamo delle ‘badanti’ full time. Accade perché la riteniamo la cosa giusta, perché nella nostra testa va in loop il mantra che la persona che amiamo ha bisogno sempre e solo di noi per stare bene. E diventa la normalità.

Diventa normale non ascoltarsi per ascoltare l’altro. Perchè l’altro è più debole e ha bisogno di noi… ma questa è una mezza verità.

È vero: un genitore ammalato non è autosufficiente, un neonato ha bisogno di essere accudito, un figlio ha bisogno di noi per giocare o fare i compiti… ma hanno tutti bisogno di una figlia o di una mamma che abbia la forza sia fisica che mentale di prendersi cura di loro. Una forza che non c’è se non ci prendiamo cura di noi stesse. In una parola, se non ci ascoltiamo.

Per quanto ci possano paragonare a Wonder Woman e inculcarci l’idea che noi donne siamo per natura ‘multitasking’, non dimentichiamoci che siamo esseri umani con bisogni e sentimenti che se annientati o (peggio ancora) frustrati, ci mandano in tilt. Insomma, anche noi abbiamo il diritto di stare bene, il che non significa essere di sana e robusta costituzione o aver dormito un numero di sufficiente di ore. O meglio, non significa soltanto questo. Significa stare bene con se stessi, sentirsi sì riposate ma anche belle, femminili ed emotivamente appagate. Perché ci siamo truccate anche solo per scendere a fare la spesa, perché abbiamo ripreso a leggere un libro o abbiamo trascorso una serata con le amiche del cuore, perché siamo ritornate in palestra o al cinema, perché abbiamo fatto una passeggiata, una corsa sulla spiaggia.

Perchè siamo libere di dire a gran voce che “lavorare da casa fa schifo’”se non ci permette di ‘staccare’ rendendoci ancora più prigioniere e alienate di quanto non lo faccia già il nostro ruolo di ‘badante eclusiva’. E perché tutto questo non deve essere una concessione, ma la normalità. Perchè solo così saremo donne serene che riescono a dare amore e cura incondizionati e qualitativamente migliori. Dal nostro benessere dipende quello delle persone che amiamo. Siamo tutti dei fiori di uno stesso grande giardino e tutti abbiamo bisogno di essere innaffiati.

Insomma, amiamoci e amiamo la nostra femminilità.

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