La battaglia per il diritto all’uguaglianza genitoriale passa per Sant’Agata di Puglia. Sulla loggia delle Puglie verrà installata una panchina celeste per sensibilizzare in merito al tema della bigenitorialità. Sarà la prima in tutta la regione.
C’è una legge in Italia, la numero 54 del 2006, che riconosce appunto il principio della bigenitorialità attraverso l’affido condiviso, per i figli (minorenni) di coppie separate anche non sposate. Ecco cosa si legge nell’articolo 155. “Anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale”. E sempre nello stesso articolo si precisa che “le decisioni di maggiore interesse per i figli relative all’istruzione, all’educazione e alla salute sono assunte di comune accordo tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli”.
Insomma, dal 2006 l’affido condiviso è la regola e non più l’eccezione, fatto salvo gravi impedimenti. Ma purtroppo non sempre è così e oggi in Italia ci sono tantissimi papà (e figli) che pagano lo scotto dell’affidamento esclusivo alla madre, spesso conseguenza di spaccature e rancori tra adulti e non di problemi legati agli interessi e al benessere del minore.
Come quelli che a Sant’Agata di Puglia hanno chiesto all’Amministrazione comunale di installare una panchina o individuarne una già esistente da dipingere di celeste quale simbolo dei papà separati. A farsi portavoce di questi genitori è stato Vito Rosata, anche lui separato e amareggiato perché – ci racconta – pur con l’affido condiviso, non vede il figlio da molto tempo. “Noi papà separati, anche se onesti e non violenti – ci dice – siamo genitori di serie B. Ci sentiamo orfani di figli vivi. Perché anche se c’è una legge, l’affido condiviso non funziona bene poiché non viene rispettato. E invece figli e papà hanno il diritto di continuare a coltivare la loro affettività, nell’interesse del minore e per l’equilibrio psicofisico di entrambi. Nessuno, in assenza di casi di estrema gravità, può privare genitore e prole del loro rapporto. Questa assenza mi sta scavando un profondo solco di sofferenza nel cuore. È un veleno che assaporo ogni giorno”.
Vito e gli altri, però, non sono soli. A sostenerli e a dare loro una mano c’è la ‘Associazione Papà Separati Milano Onlus’ con il suo presidente Ernesto Emanuele (che ha contribuito alla stesura e alla approvazione della legge 54/2006), ma anche amministratori sensibili che hanno sposato la causa e detto sì alla panchina “al fine di promuovere e sensibilizzare la popolazione sulla tematica della bigenitorialità”, come si legge nella delibera della Giunta targata Pietro Bove. L’inaugurazione dovrebbe avvenire il prossimo 19 marzo a margine di un convegno sul tema con l’intervento di psicologi, magistrati, avvocati e giornalisti.
“Proprio perché simbolo di bigenitorialità – ci spiega Vito – sarà celeste in onore della mamma di tutte le mamme (la Madonna chiamata, appunto, Madre Celeste, ndr) e verrà intitolata a San Giuseppe, il padre putativo di Gesù. Avrà, così, un alto valore simbolico”.
(foto da Pixabay)