L’Inferno dell’Alighieri diventa un gioco di carte. Il progetto arriva da Ravenna in occasione di “Dante 2021”

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Tutti pazzi per Dante. Nel 2021 il Sommo Poeta fiorentino sembra non subire il logorio del tempo e dei cambiamenti sociali e anzi, si adatta con estrema facilità alla modernità mettendo tutti d’accordo. Merito di quell’opera acuta e sempre attuale chiamata ‘Divina Commedia’ che oggi – in occasione dei festeggiamenti del settimo centenario dalla morte – riesce addirittura a conquistare gli studenti grazie ad una geniale intuizione. Si chiama “Dante Alighieri: Comedia – Inferno” ed è un gioco da tavolo che in poco più di un mese ha fatto registrare la vendita (online) record di 700 copie. Si tratta delle scatole della special limited edition (700 copie numerate come gli anni trascorsi dalla morte del poeta e già tutte acquistate) edita dalla ‘Top Hat Games’ del gioco prodotto da ‘Sir Chester Cobblepot’ e che grazie all’interessamento del Comune di Gradara, Gradara Innova, Regione Marche e il progetto ‘Francesca 2021’ è diventato il gioco delle celebrazioni ufficiali di ‘Dante 2021’.

E’ un gioco di carte dove i partecipanti devono accompagnare Dante e Virgilio attraverso i Cerchi dell’Inferno secondo una meccanica di gioco di draft a spirale. Durante il viaggio si collezionano le carte-incontro per guadagnare punti e vincere. E poi ci sono sei gettoni che introducono altre regole e che rappresentano oltre all’Alighieri e al Vate, le tre Fiere e Paolo e Francesca. Le carte – e questa è una chicca per estimatori – sono illustrate con le celeberrime incisioni di Gustave Dorè colorate digitalmente.

L’autore è un giovane game designer di Ancona, Federico Latini (vincitore l’anno scorso del ‘Gioco Inedito’ del ‘Lucca Comics & Games’, con il gioco di carte ‘Choco Challenge’) che con questa sua idea nel 2015 ha vinto il concorso ‘Nerd Play Award’ indetto da Lega Nerd in collaborazione con ‘Play’ il Festival del Gioco di Modena e supportato da ‘Sir Chester Cobblepot’. In realtà quel gioco, che si chiamava ‘Maratonda’, era ispirato alla storia di Alice nel paese delle Meraviglie.

La vittoria – ha raccontato a Bonculture Federico – prevedeva anche la pubblicazione del gioco. E così la Chester Cobblepot ha analizzato le dinamiche: sono piaciuti la circolarità, il sistema di gironi e per loro che sono di Ravenna è stato immediato pensare a Dante”.

E così ‘Maratonda’ (dal nome della danza in cerchio che fa Alice per asciugarsi) è diventato “Dante Alighieri: Comedia – Inferno”. “Non ero convinto – ha rivelato – che il tema Dante fosse idoneo al gioco. Ciò che avevo creato era molto leggero e scanzonato, con una forte interazione tra i giocatori. Invece Dante, forse a causa degli anni della scuola, mi dava l’impressione di un qualcosa di pesante e serio, assai lontano dal mio gioco. Ma mi sbagliavo”.

Una sorpresa anche per Matteo Pironi, psicologo e team principal della ‘Top Hat Games’, una piccola realtà editoriale di Ravenna creata nel 2019 con gli sviluppatori di giochi Maurizio Cottignoli e Antonio Romano, e specializzata in giochi di società caratterizzati da un’accurata ricerca storico-filologica (in collaborazione con l’Università di Edimburgo hanno pubblicato il wargame sulla battaglia di Fossalta ‘The Fall of the King’, mentre a breve arriverà nei negozi ‘Arena Colossei’ con miniature e dinamiche di gioco che riproducono fedelmente i differenti modi di combattimento dei gladiatori).

In merito a Dante, non mi aspettavo questo successo – ha raccontato Pironi a Bonculture – anche se ho cominciato a sospettare qualcosa dopo aver presentato il prototipo del gioco nelle scuole dove ha fatto breccia nel cuore degli studenti. Il motivo? Prima di tutto perché si tratta di un gioco e poi perché i ragazzi sono affascinati dalla Commedia, dalla sua modernità e dagli innumerevoli elementi avventurosi”.

Insomma, dopo sette secoli Dante continua a far parlare di sé e addirittura riesce ad affascinare e conquistare lo zoccolo duro della popolazione: gli studenti. E’ bastato un gioco. “Credo fortemente nel gioco – ha concluso Pironi – come strumento educativo fondamentale e atavico. Siamo animali sociali e impariamo dal gioco come gli animale lo fanno giocando”.

Con buona pace dei prof. di italiano.

(Articolo scritto per ‘Bonculture’)